Le malattie neurodegenerative sono in forte aumento; a parte l’aspetto clinico sempre complesso c’è anche l’aspetto psicoemotivo che coinvolge sia il paziente che i suoi familiari creando delle situazioni davvero difficili da affrontare.
Il Morbo di Parkinson è una degenerazione cronica e progressiva dei neuroni presenti in una parte del sistema nervoso centrale, detta sostanza nigra cerebrale, le cui cellule producono la dopamina, sostanza indispensabile per regolare la gradualità dei nostri movimenti.
Colpiscel’1% della popolazione italiana e generalmente si presenta dopo i 50-60 anni d’età, con andamento cronico.
I principali sintomi del morbo di Parkinson sono il tremito, o tremore nelle mani, nelle braccia, nelle gambe, alla mascella, o alla testa; la rigidità degli arti e del tronco; la bradicinesia, ossia lentezza nei movimenti e infine l’instabilità di posizione, o equilibrio indebolito.
I sintomi si presentano inizialmente in forma lieve e si fanno più marcati con il passare del tempo: il soggetto ha sempre maggiori difficoltà nell’eseguire semplici azioni e persino nel parlare. Nelle fasi più avanzate i movimenti volontari diventano sempre più difficili e possono manifestarsi scialorrea (aumento della salivazione), depressione, stipsi, demenza e allucinazioni.
La malattia può essere cronica, quando persiste per un lungo periodo di tempo, oppure progressiva, quando si aggrava con il passare del tempo.
A livello clinico il M. di Parkinson vero e proprio va distinto dai cosiddetti parkinsonismi secondari quali i parkinsonismi vascolari o indotti da sostanze, o ad esempio dal tremore essenziale; la diagnosi differenziale, soprattutto in fase iniziale, può essere difficile.
I sintomi che portano a una diagnosi clinica definitiva di M.P. sono la bradicinesia associata ad almeno uno dei seguenti sintomi addizionali: rigidità, difficoltà a iniziare il movimento, iposmia, disturbi del sonno, stipsi, depressione, tremore a riposo, instabilità posturale.
Le cause che provocano il morbo di Parkinson sono ancora non del tutto conosciute, si ritiene però che il morbo derivi dalla predisposizione genetica alla malattia (circa il 5-10%) combinata con altre cause quali per esempio un trauma alla testa, l’esposizione a sostanze tossiche ambientali o a causa dell’arteriosclerosi cerebrale, soprattutto nei pazienti più anziani.
Sono state individuate 24 mutanti genetiche che predispongono alla malattia, che sembra attivata da inquinanti ambientali (Idrocarburi e Pesticidi); è più diffusa nelle aree agricole, dove è più facile il contatto con pesticidi e diserbanti. Traumi ripetuti (pugilato) sembra ne favoriscano l’insorgenza; mentre caffè e fumo di sigaretta sembrano avere un effetto protettivo.
In ogni caso i meccanismi biochimici ed anatomo-patologici accertati del M. di Parkinson sono: un’alterazione del metabolismo della dopamina provocato dalle Monoamino Ossidasi; una disfunzione mitocondriale neuronale; una attivazione cellulare della microglia (la sostanza i cui sono immersi i neuroni), un anomalo accumulo intracellulare di proteine (α-synuclein) nei cosiddetti “corpi di Lewy”.
Il risultato finale è lo stress ossidativo cronico e il danno neuronale.
La terapia con Levodopa è considerata la più efficace, riduce notevolmente i tremori, ma la sua efficacia tende a diminuire nel tempo.
L’alimentazione proteica riduce l’assorbimento di Levodopa: si consiglia pertanto un’alimentazione ipoproteica.
Incoraggianti risultati sembrano dimostrati dagli effetti di un vaccino anti α-Synucleina, ancora in corso di sperimentazione.
Antiossidanti, Vit. C e Vit. D sembrano svolgere sia un effetto protettivo che ritardante l’evoluzione della patologia.
L’OZONOTERAPIA E I SUOI EFFETTI
L’ozonoterapia si rivela particolarmente utile in molte malattie neurodegenerative quali la demenza senile precoce, l’Alzheimer, la Sclerosi Multipla, la SLA e appunto il M. di Parkinson: sono infatti tutte patologie croniche che hanno alla base uno stress ossidativo che comporta uno stato infiammatorio cronico di basso livello (pertanto non percepito dal paziente!) con carenza di ossigeno tissutale.
L’ozono oggi è un valido mezzo terapeutico nella cura di queste patologie, e inoltre non presenta interazioni farmacologiche né effetti secondari o collaterali.
L’ozono esercita un’azione antiflogistica e antidolorifica, riattiva la microcircolazione in diversi organi ed apparati facilitando la cessione dell’ossigeno ai tessuti. Agisce sul metabolismo cellulare, incrementa la produzione di energia (ATP) a livello mitocondriale, favorisce l’eliminazione delle sostanze tossiche prodotte nelle cellule ed esercita soprattutto una potente azione antiossidante.
Grazie a queste caratteristiche si rivela un valido aiuto in diverse patologie cerebro-vascolari.
Queste ultime possono essere di due tipologie: infiammatorie (come la sclerosi multipla) e degenerative (come Parkinson e demenze). Tutte le patologie croniche, tranne quelle genetiche congenite autosomiche dominanti e le infettive, traggono la loro origine, come detto sopra, da uno stato infiammatorio cronico con carenza di ossigeno tissutale.
Lo stato infiammatorio cronico è conseguente allo stress ossidativo che contribuisce alla neurodegenerazione (Lustig et al., 1993; Famulari et al., 1996; Repetto et al., 1999; Fiszman et al., 2003; Domínguez et al., 2008).
Come pure ci sono evidenze che i radicali liberi siano parzialmente responsabili del danno osservato nei pazienti con Parkinson (Gatto et al., 1996; Gatto et al., 1997; Repetto & Llesuy, 2004).
L’ozono diminuisce lo stress ossidativo, l’acidosi tissutale, l’infiammazione e tutte le citochine pro-infiammatorie; migliora la funzionalità del microcircolo; riduce la spasticità, migliora il drenaggio linfatico cerebrale, aumenta la disponibilità di ossigeno per le nostre cellule e la produzione di energia, senza effetti collaterali. Ecco perché può essere utile nella prevenzione e nella cura sia di patologie cerebro-vascolari che patologie cardiovascolari come cardiopatia ipertrofica, cardiopatia ischemica, angina pectoris, infarto del miocardio, prevenzione dell’infarto del miocardio, riabilitazione post-infarto.
Le malattie cerebro-vascolari rappresentano la seconda causa di demenza, dopo la malattia di Alzheimer, e le forme degenerative ad essa correlate possono causare deterioramento mentale non solo attraverso la riduzione del calibro o la stenosi dei vasi arteriosi cerebrali con conseguente riduzione del flusso ematico, ma attraverso micro infarti ripetuti.
I sintomi che in questi casi si associano al deterioramento mentale sono costituiti da: rallentamento ideomotorio, disturbi della memoria e della deambulazione, incontinenza sfinterica e urinaria, disfasia, disartria, incontinenza emozionale.
L’ozono terapia può esercitare un’azione neuro-protettiva perché riattiva il microcircolo ed il metabolismo cerebrale con una maggiore ossigenazione dei neuroni e della sostanza bianca dell’encefalo e del midollo spinale.
L’ozono determina una riduzione nella sintesi dei mediatori dell’infiammazione, ed una forte azione antiossidante in quanto attiva a livello del DNA cellulare le funzioni enzimatiche protettive endogene delle cellule contro i radicali liberi, con produzione di migliaia di antiossidanti (Superossidodismutasi, Glutatione, Carotenoidi, Flavonoidi, Vitamine C, A, E, etc). Moltissimi pazienti sono stati trattati con ozono terapia mediante grande auto-emo-infusione di sangue ozonizzato, affetti da cerebropatia vascolare multi-infartuale, con demenza senile più o meno avanzata, deterioramento cognitivo e deficit della memoria, disturbi della deambulazione, con stati confusionali e depressivi più o meno gravi, incontinenza o ritenzione urinaria.
È stato costantemente osservato un miglioramento delle facoltà cognitive e mnesiche, della coordinazione motoria, della deambulazione, della scioltezza del parlare e delle condizioni psichiche generali, un miglioramento della funzione della vescica con regressione dell’incontinenza e della ritenzione urinaria.
Le modificazioni anatomo-patologiche del microcircolo e del danno cerebrale da stress ossidativo hanno favorito la riattivazione della fisiologica produzione di energia nei neuroni, rallentandone quindi la degenerazione e la morte cellulare.
Da un punto di vista clinico i pazienti sottoposti ad ozono terapia evidenziano un netto miglioramento delle condizioni neurologiche che si accompagna ad un miglioramento generale delle condizioni cardiache, polmonari, renali, e di circolo degli arti inferiori.
La terapia con ozono è efficace sia nell’attivazione della microcircolazione cerebrale che nell’aumento della produzione di energia da parte dei neuroni mediante attivazione del sistema antiossidante mitocondriale; facilita inoltre l’eliminazione dei cataboliti cellulari.
In un lavoro pubblicato sul Journal of Immunopathology and Pharmacology (Luglio-Settembre 2014; 379-389) è stata evidenziata, dopo autoemoterapia ozonizzata, sia l’attivazione del microcircolo cerebrale, sia una maggiore produzione di energia da parte dei neuroni: azioni che possono aiutare a comprendere i miglioramenti registrati sui pazienti parkinsoniani trattati con ozonoterapia.
L’ozonoterapia, inoltre, migliora e prolunga gli effetti di farmaci come Levodopa, Selegilina e Bromocriptina e antiossidanti.
Nella malattia di Parkinson e nella Sclerosi Multipla, dove è necessaria una riabilitazione neuromotoria, l’ozonoterapia viene utilizzata migliorando notevolmente i tempi di recupero.
Obiettivo della riabilitazione è l’apprendimento o il riapprendimento del movimento in soggetti con deficit motorio, insieme al recupero della forza e del controllo degli arti superiori e inferiori, dell’equilibrio e della deambulazione.
A questo si aggiunge l’attività decontratturante dell’ozono nel contrastare la spasticità in alcune fasi di queste malattie e l’azione antalgica che si rivela importante nel modulare il dolore legato alle posture obbligate tipiche delle malattie neurodegenerative.
Il trattamento del Morbo di Parkinson prevede una ozonoterapia Sistemica per 10-12 cicli possibilmente due volte a settimana; non appena migliora il quadro clinico, viene effettuata una sola seduta la settimana per 2-3 cicli annui. Comunque la frequenza delle sedute può variare in base alla gravità della malattia e alla risposta individuale.
DOVE OPERO CON OZONO TERAPIA:
– Parma – Studio Medico – Viale Mentana, 45 – tel. 324.6648080
– Latina – Fisiosanisport – Via Priverno, 4 – tel. (+39) 0773621612 – (+39) 0773621624
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