La Fibromialgia
sindrome fibromialgica (FMS)
La fibromialgia o sindrome fibromialgica (FMS) è una malattia di natura infiammatoria cronica di basso grado non compensata a livello del Sistema Nervoso Centrale, che provoca aumento della tensione e dolore muscolare e ai tessuti fibrosi (tendini e legamenti), astenia (ovvero indebolimento e stanchezza ingiustificate da uno sforzo fisico), rigidità muscolare, disturbi cognitivi, insonnia o disturbi del sonno, alterazioni della sensibilità agli stimoli. In chi ne è affetto può riscontrarsi un calo dei livelli di serotonina, con possibili disturbi d’ansia e depressivi. Il dolore è di tipo cronico: diffuso, fluttuante e migrante.
Quasi sconosciuta fino a pochi anni fa, la fibromialgia è stata oggetto di numerosi studi che hanno apportato nuove conoscenze, anche da un punto di vista epidemiologico. Per esempio, oggi sappiamo che la fibromialgia colpisce il 2,7% della popolazione, è maggiormente diffusa tra le donne (che rappresentano circa il 90% dei malati) e che può comparire a qualsiasi età, ma il picco si colloca tra i 40 e i 60 anni, con importanti ripercussioni sull’attività lavorativa e sul piano socio-affettivo.
Chi sono le persone più a rischio per la fibromialgia? Ad essere colpite sono generalmente donne di cultura medio-bassa, casalinghe o con attività lavorative ripetitive e poco gratificanti, e situazioni familiari conflittuali. Si stima che in Italia ne soffrano quasi quattro milioni di persone: numeri che fanno della fibromialgia la seconda malattia reumatica, in termini di diffusione, dopo l’osteoartrosi (o artrosi).
Definizioni
La FMS viene spesso definita “Malattia Invisibile” poiché essendo la diagnosi molto difficile, spesso non viene riconosciuta. Anzi spesso i sintomi associati (astenia, fatica cronica, etc) fanno si che le persone colpite vengano erroneamente etichettate come “esauriti” o addirittura “falsi invalidi”.
La FMS viene anche soprannominata “Sindrome di Atlante”: nella mitologia greca, Atlante viene punito da Zeus a tenere sulle sue spalle il globo terrestre perché ha cospirato contro di lui; ugualmente le persone che soffrono di Fibromialgia spesso riferiscono di sentirsi il peso del mondo addosso, anche perché la regione più tipicamente interessata dal dolore cronico di tipo urente sono proprio la nuca, i muscoli trapezi e le spalle.
Cause
C’è una certa predisposizione genetica (familiarità), legata a una ridotta funzione regolatoria di determinati geni sulle varie citochine (monoaminergiche, glutammatergiche, neurotrofiche oppioidi e infiammatorie) che regolano normalmente i circuiti coinvolti nella modulazione delle risposte allo stress, al dolore e a diversi stati emotivi.
La grande variabilità delle vulnerabilità genetiche tra i diversi pazienti spiega la multiplicità sintomatica delle risposte possibili di fronte ad uno stress psicologico, uno stress ossidativo, un dolore, una variazione ormonale, una intossicazione, un danno tissutale o ad una infezione.
La causa principale è comunque l’alterazione neurologica centrale: la FMS è una sindrome da sensibilizzazione del sistema nervoso centrale caratterizzata da alterata regolazione dei meccanismi di controllo del dolore dovute ad uno squilibrio dei neurotrasmettitori che agiscono nei meccanismi della nocicezione (inibitori quali la serotonina e noradrenalina; eccitatori quali la sostanza P e il glutammato) provocando un cosidetto “dolore da sensibilizzazione centrale” che presenta le caratteristiche di essere diffuso con estensione progressiva in tutto il corpo.
Tanti lavori biochimici concordano che l’eziologia di questa patologia è lo stress ossidativo che provoca la neuroinfiammazione responsabile della sensibilizzazione del sistema nervoso centrale e dell’alterata fisiologia dei neurotrasmettitori.
La Risonanza Magnetica Funzionale Cerebrale ha dimostrato sul paziente fibromialgico che questa neuroinfiammazione provoca una perdita di sostanza grigia e altera la rete di comunicazione intracerebrale con conseguente deficit dei meccanismi di inibizione del dolore endogeno. In particolare la corteccia insulare danneggiata (il locus ceruleus) provoca un’alterazione della consapevolezza degli stati corporei (tender points divenuti dolorosi) e manda un forte segnale di allarme nel circuito limbico collegato a tutte le regolazioni neuro cognitive, emotive, neuro endocrine e al sistema nervoso autonomo.
La maggior parte di questi neurotrasmettitori sono anche coinvolti in numerose altre funzioni del sistema nervoso centrale e neurovegetativo, spiegando così il meccanismo di genesi di diversi altri sintomi della sindrome fibromialgica come, per esempio, il senso di affaticamento, le disfunzioni cognitive, l’insonnia e la sindrome depressiva.
Infatti la FMS predispone 4,3 volte di più rispetto ai soggetti sani di sviluppare una sindrome depressiva e 4,7 volte di più di sviluppare un disturbo d’ansia.
Vi è anche un maggior squilibrio provocato da fattori ambientali e stressanti, facilmente compensati in un soggetto sano, che al contrario nel paziente fibromialgico provocano disturbi invalidanti.
Ecco quindi che le classiche meteoropatie, il freddo e l’aria condizionata, gli odori forti, gli eccessi a tavola, i traumi stradali, le difficoltà psicologiche, lo stress psico-emotivo e le aggressioni, la mancanza di sonno, le intossicazioni acute alimentari, chimiche, energetiche e sonore, l’affaticamento fisico, ecc. sono fattori aggravanti piuttosto che causa propria della fibromialgia (a meno che non siano cronici).
Molte persone colpite mostrano una bassa tolleranza allo stress, e alcune teorie annoverano lo stress fra gli agenti scatenanti e i fattori di rischio della fibromialgia. Lo spettro va dalle sollecitazioni fisiche eccessive e continue fino alle diverse forme di stress psicologico quali per esempio i conflitti interpersonali gravi, il mobbing e i traumi psichici. Questa teoria identifica nello stress l’effettiva causa di malattia e interpreta la sindrome fibromialgica come un disturbo del superamento dello stress, che spesso si associa alla compromissione dell’elaborazione del dolore.
Una nuova teoria interpreta la fibromialgia come una malattia dei mitocondri, ossia delle “centrali energetiche” delle cellule (muscolari). Lo stress cellulare e l’associato aumento della formazione di azoto mettono in modo un circolo biochimico vizioso che blocca processi metabolici essenziali nei mitocondri (ciclo del citrato, catena respiratoria), comportando un’intera serie di reazioni biochimiche a livello sistemico e organico. Per esempio, l’iperattivazione di recettori neuronali specifici nel midollo spinale e nel sistema nervoso centrale disturba l’elaborazione del dolore (vedi “Disturbo algico”). Questa teoria postula che gli agenti scatenanti siano svariati fattori quali i virus (per es. quello di Epstein-Barr), i batteri (per es. quelli della borreliosi), le tossine, gli allergeni, i traumi meccanici (per es. il colpo di frusta, le lesioni craniche) o i traumi psichici.
La medicina ortomolecolare sta accumulando evidenze che la fibromialgia possa essere causata da una carenza di determinate sostanze nutritive, fra cui il selenio, la L-carnitina, il coenzima Q10, l’inosina, il magnesio e la vitamina B6.Dal momento che la produzione di energia nelle cellule dipende da queste sostanze nutritive, una loro eventuale carenza riduce inevitabilmente le capacità mitocondriali di produrre energia.
La teoria del deficit di sostanze nutritive fa riferimento espressamente alla carenza di carnitina rilevata in molte persone colpite. La conseguenza sarebbe una compromissione del trasporto di acidi grassi nei mitocondri, dove vengono trasformati in energia. Il ridotto metabolismo dei grassi può essere dimostrato biochimicamente mediante rilevamento di un aumento del livello dei lipidi.
La teoria dell’iperacidità localizza la causa della fibromialgia nel tessuto connettivo (nella matrice extracellulare). Ogni cellula è circondata dalla sostanza gelatinosa fondamentale del tessuto connettivo, in grado di mantenere l’ambiente extracellulare in cui avvengono gli scambi di sostanze tra cellule e vasi (sanguigni e linfatici) e in cui le fibre nervose, prive di terminazioni nelle cellule, raccolgono informazioni sulle condizioni delle cellule stesse. Oltre a ciò, il tessuto connettivo esercita una funzione di mantenimento dell’equilibrio acido-base dell’organismo: se le sue capacità disintossicanti e tampone non sono più sufficienti, accumula nella sua compagine gli acidi in eccesso sotto forma di sali solubili neutri. In elevate concentrazioni, questi sali (“scorie”) produrrebbero cristalli, i quali causerebbero irritazioni nervose locali e reazioni infiammatorie minimali (non diagnosticabili all’esame del sangue) e, in ultima istanza, sarebbero responsabili dello sviluppo della fibromialgia.
Fra le cause dell’iperacidità sono annoverate l’alimentazione scorretta, lo stress, gli sforzi fisici eccessivi e malattie quali la borreliosi o il diabete mellito.
Diagnosi
La grande variabilità dei sintomi e l’assenza di test diagnostici biologici o radiologici fa si che la diagnosi di SFM sia spesso tardiva e altrettanto spesso mancata: ben il 75% delle persone affette non sono diagnosticate!
Nel 2011 l’American College of Rheumatology richiedeva per la diagnosi di SFM i sintomi appresso elencati (questa classificazione è attualmente superata, ma la riporto ugualmente perchè molto esaustiva):
Neurologici: alterazioni dell’equilibrio, sensazione di intorpidimento, estrema sensibilità al tatto; iperalgesia (aumento del dolore a stimoli normalmente dolorosi) e allodinia (dolore a stimoli normalmente non dolorosi), formicolio, dolore facciale, fascicolazioni benigne, intolleranza a luci intense e a rumori forti, a profumi e freddo
Psichici: ipervigilanza, sindrome ansio-depressiva, depressione maggiore (22% dei pazienti FMS contro 7,2% dei pazienti non FMS), attacchi di panico, alessitimia, Disordine Post Traumatico da Stress, disturbo ossessivo compulsivo, disturbi da abuso di sostanze
Neurocognitivi: difficoltà di attenzione e di concentrazione, di memoria, dimenticanza, pensiero disorganizzato o lento Neuroendocrini: ipotiroidismo, basso asse ipotalamo-ipofisi-surrene Autonomici: sindrome da tachicardia posturale ortostatica, ipotensione ortostatica, dolori precordiali, dolori spastici addominali, nausea, dispepsia, riflusso gastro-esofageo
Attualmente come dicevo i criteri diagnostici di base richiedono almeno 6 siti di dolore su 9, oltre ad affaticamento (fisico o mentale) o problemi di sonno per un periodo superiore ai 3 mesi.
Le 9 regioni del corpo sono: testa; arto superiore destro; arto superiore sinistro; arto inferiore destro; arto inferiore sinistro; il petto e il collo; l’addome; regione toracica posteriore, dorsale e cervicale; regione lombosacrale e natiche.
Uno test di screening rapido della fibromialgia (FiRST: Fibromyalgia Rapid Screening Tool) in pazienti con dolore cronico generalizzato da più di 3 mesi prevede un questionario auto-compilato di 6 domande:
Diagnosi Differenziale
La FMS non è una patologia reumatica ma è associata ad uno stato infiammatorio cronico di basso grado: i pazienti FM presentano un livello di PCR più elevato.
La Sindrome da Fatica Cronica e la FMS sono spesso strettamente connesse e possono essere considerate “sindromi sovrapponibili”, che hanno anche le stesse numerose co-morbidità (depressione, emicrania, etc).
I pazienti con artrite reumatoide, spondilartrite, sclerodermia, polimialgia reumatica, LES, sindrome di Sjogren, osteoatrite, dorsolombalgia cronica, devono essere valutati per la fibromialgia, poiché il 20-30% di essi ha una fibromialgia associata, che richiede un diverso approccio terapeutico.
Incidenza della FMS
Interessa il 2.7 della popolazione (4.2% femmine, 1.4% maschi), anche in età pediatrica (1-2%).
L’età media di insorgenza nell’adulto è tra i 30 e 50 anni, negli adolescenti tra gli 11 e i 15 anni.
Classificazione delle FMS
La sindrome fibromialgica raggruppa quattro tipi diversi
Tipo I: elevata sensibilità al dolore con infiammazione cronica leggera sistemica (chronic low- grade inflammation) e neuroinfiammazione senza condizione psichiatrica associata (70% delle FMS).
Nel tipo I sono indicate le terapie antiinfiammatorie, anti-ossidanti e antalgiche, come l’ozonoterapia che raggruppa queste tre proprietà terapeutiche.
Nel tipo I, c’è un sottogruppo, precedentemente chiamato fibromialgia secondaria, a input nocicettivo periferico, che guida la sensibilizzazione centrale. Questa forma di FMS migliora quando viene rimosso l’input nocicettivo periferico (ad es. una spalla dolorosa o una coxartrosi)
Tipo II: associazione di FMS Tipo I a depressione nervosa essenziale o reattiva.
Nel tipo II sono indicate la terapia antidepressiva e la psicoterapia, oltre alle terapie anti-ossidanti (ozonoterapia sistemica) e anti-infiammatorie.
Tipo III: associazione di FMS Tipo I a disturbi bipolari.
Nel tipo III è indicato il trattamento psichiatrico, oltre le terapie anti-ossidante e anti infiammatorie.
Tipo IV: somatizzazione di tipo fibromialgico riscontrato in alcuni gravi problemi psicologici preesistenti o esistenti, senza neuroinfiammazione.
Nel tipo IV è indicata la valutazione in medicina psicosomatica per definire il programma psicoterapeutico il più adatto.
I tipi misti richiedono una combinazione di misure terapeutiche.
È stato dimostrato che le personalità nevrotiche hanno un rischio superiore di sviluppare la FMS.
Terapia della FMS
Le cure normalmente usate (antidepresivi, cortisone, immunoterapia e Fans) sono scarsamente efficaci e hanno spesso molti effetti collaterali, il che induce in questi pazienti ulteriore frustrazione che peggiora lo stato di salute.
Viceversa l’Ozonoterapia si presenta priva di qualsiasi rischio ed effetto collaterale, e può dare un miglioramento alla qualità di vita dei pazienti fibromialgici, in quanto la terapia sistemica (ozonoterapia sistemica) a livello sintomatologico dà spesso un miglioramento subitaneo della cenestesi, un miglioramento della qualità del sonno e agisce sullo stato ossidativo cronico che è alla base della FMS. Inoltre, associando all’ozonoterapia sistemica anche la terapia infiltrativa dei trigger points e dei punti di infiammazione cronici (rachide cervicale, torace, trocantere, etc) riusciamo a ridurre la contrattura dolorosa, spesso associata a senso di bruciore cutaneo, che rende penosa la giornata e la vita dei pazienti.
Peraltro l’ozonoterapia sistemica, agendo sulla immunità e regolarizzando i neurotrasmettitori cerebrali, dà un grosso beneficio su quello che è uno dei sintomi più invalidanti e spesso più misconosciuto della FMS, ossia la Sindrome da Fatica Cronica col suo corredo di astenia e deficit di concentrazione.
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