Il diabete è una malattia metabolica cronica molto comune in tutto il mondo.
I casi stanno aumentando rapidamente a causa di cattive abitudini alimentari, stile di vita sedentario e stress elevato. Tutti i gruppi di età sono a rischio di sviluppare il diabete: era più comune negli anziani, ma ora anche i bambini sono diabetici a causa di uno stile di vita negligente.
Si caratterizza per la presenza di elevati livelli di glucosio nel sangue (iperglicemia) dovuta ad un’alterazione qualitativo-quantitativo della produzione dell’insulina, ormone prodotto dal pancreas che consente al glucosio l’ingresso nelle cellule ed il suo conseguente utilizzo come fonte energetica. Quando questo meccanismo è alterato il glucosio si accumula nel sangue e non può essere utilizzato come fonte energetica.
Questa condizione spiega i sintomi comuni del diabete: minzioni molto frequenti associate alla presenza di glucosio nell’urina, polidipsia (intensa sete), affaticamento, calo ponderale, visione confusa.
Se i valori della glicemia sono molto elevati e non vengono corretti, si possono verificare una disidratazione severa e una produzione massiccia di corpi chetonici, condizione chiamata acidosi metabolica. L’iperglicemia infatti scatena una serie di meccanismi biochimici che causano ed aumentano lo stress ossidativo che è la principale causa del danno cellulare.
Tipologie
Si distinguono due forme principali: il diabete di tipo 1 ed il diabete di tipo 2.
Il diabete di tipo 1 è caratterizzato dall’assenza totale di secrezione insulinica dovuto alla distruzione delle cellule beta del pancreas, per questo motivo è chiamato anche diabete “insulino-dipendente”.
Il diabete di tipo 2 invece è determinato da un deficit parziale della secrezione insulinica dovuto a un difetto delle cellule beta. È dunque caratterizzato da un’alterazione metabolica delle cellule che comporta una resistenza all’insulina, per cui le cellule sono meno sensibili all’insulina e utilizzano il glucosio inadeguatamente. È più frequente del diabete di tipo 1 che ha un’elevata diffusione soprattutto nei paesi sviluppati.
Esistono poi altre forme di diabete causate da: difetti genetici delle funzioni beta cellulare o dell’azione insulinica, malattie del pancreas esocrino, farmaci o sostanze chimiche, gravidanza
L’iperglicemia che caratterizza sia il diabete di tipo 1 che il diabete di tipo 2 determina alterazioni sia di tipo biochimico che metabolico, il che comporta l’insorgenza di un danno vascolare diffuso responsabile di innumerevoli patologie, causa di disabilità e morte:
- La retinopatia diabetica è la causa principale di cecità in circa l’85% dei pazienti fra i 20-75 anni.
- La nefropatia diabetica si sviluppa nel 20-40% dei pazienti diabetici ed è una delle principali cause di disabilità e morte prematura.
- Il piede diabetico associato a polineuropatia e ulcere infette del piede, con il rischio di amputazione dell’arto.
- La neuropatia diabetica, che incide sia sul sistema nervoso somatico che autonomo condisfunzione neuromuscolare e danni muscolari.
- L’arteriopatia periferica degli arti inferiori, complicata da ulcere necrotiche (PAD), aterosclerosi.
- L’infarto del miocardioed ictus, espressione del danno vascolare diffuso (ischemia), legato a microangiopatia e a macroangiopatia diabetica.
La lipodistrofia, apparentemente causata dall’attività inefficacie di leptina e/o dismetabolismo degli acidi grassi, rappresenta un altro aspetto della sindrome metabolica.
Interventi Terapeutici
La terapia della malattia diabetica deve avere come fulcro il ricorso a stili di vita adeguati: astensione dal fumo, controllo delle abitudini alimentari, attività fisica.
La dieta del soggetto diabetico ha l’obiettivo di mantenere i valori della glicemia, dei lipidi plasmatici e della pressione arteriosa a livelli ottimali per cercare di ridurre il rischio delle complicanze del diabete e delle malattie cardiovascolari. L’attività fisica oltre ad aiutare a mantenere il peso corporeo, aiuta a migliorare il controllo glicemico.
Tuttavia, nonostante ciò, i benefici a lungo termine di solito sono pochi e di conseguenza prevale l’utilizzo di farmaci antidiabetici che abbassano i livelli di glicemia e la somministrazione di insulina per ridurre le complicanze dovute al diabete.
L’iperglicemia, infatti, scatena tutta una serie di meccanismi biochimici che causano ed aumentano lo stress ossidativo, legato a eccesso di radicali liberi, principale causa del danno cellulare. Quindi il controllo dell’iperglicemia non è sufficiente ad evitare le complicanze del diabete.
Inoltre farmaci antidiabetici non possono ristabilire un normale sistema redox perché questi farmaci non sono in grado di riattivare il sistema antiossidante cellulare
Per interrompere questo circolo vizioso, pensiamo che ora sia il momento di integrare la medicina ortodossa con l’ozonoterapia. Negli ultimi due decenni abbiamo chiarito tutti gli aspetti biochimici, farmacologici e molecolari di questa procedura che è assolutamente priva di effetti collaterali dovuti ai minimi dosaggi di ozono che funge da profarmaco e al meccanismo d’azione dei messaggeri dell’ozono.
In dettaglio, questi ultimi sono perossido di idrogeno (ROS) e addotti alchenici (LOPS) trasferiti a miliardi di cellule dell’organismo in grado di sovraregolare il sistema antiossidante e di normalizzare il sistema redox. L’attivazione della proteina Nrf2 e la sovraregolazione della sintesi di circa 220 geni consentono l’attivazione enzimatica del sistema di difesa in tutti gli organi.
Questi enzimi riducono la vasocostrizione periferica; inoltre l’Ozono produce l’ossido nitrico (NO) che è un potente vasodilatatore nonché un inibitore dell’aggregazione e dell’adesione delle piastrine e dei leucociti all’endotelio vascolare.
Tutto ciò sviluppa una potente azione curativa e preventiva sui danni vascolari che sono la causa principale dei danni organici del diabete.
Ozonoterapia
L’ Ozono è un gas naturalmente presente all’interno dell’organismo, sempre più sfruttato a fini terapeutici.
La gestione ottimale del diabete è infatti possibile anche mediante l’Ozonoterapia Sistemica, una terapia complementare che ha il compito di riattivare il microcircolo, migliorando l’ossigenazione nei vari distretti corporei ed esercitando un’azione protettiva multi-organo.
L’ Ozonoterapia è in grado di correggere lo stress ossidativo nel diabete in quanto agisce sul metabolismo cellulare, producendo delle molecole quali ad es. l’Nrf2 che è un fattore di trascrizione che regola l’espressione genica di una grande varietà di enzimi citoprotettivi antiossidanti e della fase II di disintossicazione, attraverso una sequenza promotrice nota come elemento di risposta antiossidante (ARE), migliorando la prognosi della patologia.
L’ Ozono, agendo sul metabolismo cellulare e inducendo risposte genetiche che come visto attivano la produzione di antiossidanti endogeni, è responsabile della riattivazione di processi biologici che inducono, tramite il riequilibrio del sistema Redox, una riduzione dello stress ossidativo cronico, la riduzione della resistenza all’insulina, e l’incremento della secrezione di insulina stessa.
L’Ozonoterapia Sistemica viene oggi impiegata come terapia per la cura di diverse patologie e non presenta interazioni farmacologiche né effetti secondari o collaterali se fatto seguendo i protocolli medico scientifici autorizzati dalla Sioot e approvati dal Ministero della Salute.
È considerato il metodo medico con minor rischio e minori effetti collaterali per il paziente.
Molti paesi del mondo la praticano nei propri ospedali come cura per diverse affezioni e malattie che interessano il sistema circolatorio, venoso e linfatico.
L’ozono può essere variamente somministrato in base alla patologia, al distretto da trattare e alle preferenze del paziente:
- Sistemica (grande auto emotrasfusione);
- Piccola auto emotrasfusione;
- Via topica (con creme, olii, sacchetto);
- Idropinica (ingestione di acqua ozonizzata);
- Iniezione /infiltrazione;
- Insufflazione (rettale, vaginale).
Curare il piede diabetico con l’ozonoterapia
Il diabete porta a numerose complicanze, una delle più comuni è il piede diabetico causato da uno scompenso della circolazione sanguigna e del sistema nervoso che a loro volta comportano il restringimento delle arterie, un minor afflusso di sangue alle estremità e un minor apporto si ossigeno al piede.
Tutto questo comporta l’indebolimento delle articolazioni e delle ossa e l’insorgere di punti di pressione che possono danneggiare la pelle e creare delle lesioni che in molti casi si trasformano in ulcere.
I danni causati al sistema nervoso periferico diminuiscono la sensibilità al dolore e questo purtroppo aumenta la possibilità di farsi male perché non avvertendo il dolore diventa difficile capire quando il piede è in sofferenza.
La migliore cura per il piede diabetico è rappresentata senza dubbio dalla prevenzione.
Le persone che soffrono di diabete devono ispezionare i loro piedi frequentemente per tenere sotto controllo la loro salute, evitare di camminare senza scarpe, evitare il contatto con fonti di calore e sottoporsi a una visita annuale per controllare i piedi.
Questa patologia è la causa più frequente di ospedalizzazione dei diabetici.
Secondo l’Associazione Medici Diabetologi (AMD), in Italia sono circa 3 milioni le persone sofferenti di diabete; di queste, circa 300mila sviluppano le lesioni del piede diabetico. Se le lesioni sono complicate da un’infezione non curabile, cresce il rischio di dover ricorrere all’amputazione dell’arto. Attualmente sono 7.000 le amputazioni che vengono effettuate ogni anno in Italia a causa di lesioni infettate del piede diabetico.
L’aspettativa di vita per gli amputati, in 7 casi su 10, non supera i 5 anni dall’intervento; mentre i costi per il Sistema sanitario, in caso di amputazione, passano da 25.000 a 115.000 euro l’anno per paziente.
Il piede diabetico è un quadro clinico di notevole complessità per le cause che sottendono la sua comparsa.
L’Ozonoterapia, terapia non invasiva né dolorosa, prevede che il piede/arto, venga messo all’interno di un sacchetto, previo lavaggio della lesione con acqua bi-distillata ozonizzata; si crea il sottovuoto dopo di che si immette la miscela di ozono e la si lascia agire per circa 20 minuti. Si aspira l’ozono e si toglie il sacchetto.
Mediamente, il trattamento viene effettuato due volte a settimana per 4 o 5 settimane.
Nella gran parte dei pazienti si assiste ad una risoluzione della lesione ulcerosa (evitando l’amputazione dell’arto o del distretto anatomico interessato) e ad una risoluzione dell’infezione batterica: questo grazie anche alla ampiamente riconosciuta efficacia battericida, virucida e fungicida dell’Ozono. Alla terapia topica è preferibile abbinare la terapia sistemica che migliora l’ossigenazione periferica di tutto l’organismo contrastando la principale complicanza del diabete.
Grazie all’uso di questa terapia (in combinazione con l’azione chirurgica e farmacologica) viene restituita funzione e integrità alle parti del corpo danneggiate, favorendo la rigenerazione dei tessuti. Detto in altri termini, l’ozonoterapia (O2O3) permette di salvare la vita agli arti evitando nella maggior parte dei casi gravi la loro amputazione.
Diversi sono i lavori clinici e le metanalisi pubblicati sulle riviste e sulle piattaforme specializzate nella ricerca medica. Uno degli ultimi lavori, pubblicato nel febbraio 2019 su “Scientific Research – Case Reports in Clinical Medicine” (vol. 8 n. 2), riporta il caso di una paziente che doveva essere amputata e che invece, grazie all’ozonoterapia, ha salvato la gamba e guarito l’ulcera del piede diabetico.
Lo studio clinico è intitolato “Ozone Therapy in a Patient with Diabetic Foot Ulcerations and a Decision for Amputation”. Ne sono autori i medici Saltuk Aytacoglu e Barlas Naim Aytacoglu della “Girne American University”, un istituto universitario di medicina fondato nel 1985 a Girne, una città situata nella parte settentrionale dell’isola di Cipro.
Lo studio illustra il caso di una donna di 67 anni, affetta da diabete mellito con ferite aperte nella parte inferiore del piede e secrezione purulenta. La donna era prossima all’amputazione sopra la caviglia. Aveva subito numerosi interventi, tra cui amputazioni metatarsali dovute a osteomielite, ed era stata sottoposta ad un intenso trattamento di antibiotici, insulina, antipertensivi e antiaggreganti. Nel corso della cura illustrata nello studio dell’università cipriota, tutti i farmaci, tranne gli antipertensivi, sono stati interrotti. La paziente è stata trattata con un sacchetto di plastica riempito di ozono per due settimane, e con insufflazioni di ozono per dieci sessioni. Già dopo il terzo trattamento, la parte purulenta delle lesioni era scomparsa e le ferite iniziavano a guarire dalla base verso la pelle. Insieme all’efficacia battericida, virucida e fungicida, l’ozonoterapia ha stimolato e sovraregolato il sistema antiossidante con i suoi benefici effetti. In conclusione, i medici autori dello studio hanno consigliato a tutti i pazienti affetti da “Diabetic Foot Ulceration” (DFU), con origine neurogena e/o vascolare, di utilizzare l’ozonoterapia prima di prendere una decisione in merito all’eventuale amputazione.
DOVE OPERO CON OZONO TERAPIA:
– Parma – Studio Medico – Viale Mentana, 45 – tel. 324.6648080
– Latina – Fisiosanisport – Via Priverno, 4 – tel. (+39) 0773621612 – (+39) 0773621624
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