Long Covid e affaticamento cronico
Due sindromi, stessi sintomi
Stanchezza, dolore, debolezza, nebbia mentale e fiato corto sono dei sintomi comuni per i soggetti affetti dal Long Covid, ma non sono esclusivi di questa patologia. Infatti questi sintomi caratterizzano anche un’altra sindrome che esiste da molto prima: la sindrome da affaticamento cronico o encefalomielite in inglese encephalomyelitis (ME) Chronic fatigue syndrome (CFS).
La ME/CFS è estremamente eterogenea, colpisce moltissime persone. In generale possiamo descriverla come una sindrome multi organo caratterizzata da moltissimi sintomi diversi, che causa un abbassamento della qualità della vita. I sintomi collegati alla ME/CFS sono molti, e questo complica la diagnosi della malattia, che molto spesso viene sottovalutata o non compresa dai medici.
La prevalenza è più alta nella popolazione occidentale femminile tra i 40 e 60 anni. Si stima che, soltanto negli Stati Uniti, circa 2 milioni di persone ne siano affette e che il 70% dei malati ME/CFS non possa lavorare. Le cause sono ignote, anche se esistono alcuni potenziali fattori scatenanti: infezioni virali, infiammazione e auto-immunità.
In alcuni casi è possibile stabilire un nesso causale tra la comparsa della ME/CFS e un’infezione virale con virus come Epstein-Barr o il virus Ross-River. E si ipotizza che l’epidemia di encefalite letargica, osservata ad inizio 1900, sia collegabile all’influenza Spagnola con un meccanismo simile. Attualmente le cure sono scarse e tendono a limitare i sintomi. Inoltre non esiste un protocollo per trattare i pazienti che ne sono affetti.
ME/CFS e Long Covid non condividono solo i sintomi, ma anche una potenziale spiegazione a livello biochimico. Infatti, una recente pubblicazione ha individuato un meccanismo biologico alterato sia nella ME/CFS che nel Long Covid. I soggetti colpiti da entrambe le sindromi mostrano la stessa alterazione biochimica, questa alterazione impatta l’assorbimento del calcio con implicazioni multi organo che potrebbero spiegare molti sintomi.
Negli Stati Uniti è iniziato un progetto rinominato RECOVER che si pone l’obbiettivo di comprendere il più possibile il Long Covid. Nei 30 centri di ricerca coinvolti si studieranno tutti i pazienti che presentano sintomi ricollegabili al Covid che permangono per più di un mese. Il progetto RECOVER è interessato a raccogliere informazioni sui pazienti che sono guariti da Covid, sui pazienti che soffrono di Long Covid e anche sui soggetti che non hanno mai contratto la malattia. Questo studio punta a caratterizzare meglio i sintomi, le cause ma soprattutto le predisposizioni dei singoli a sviluppare o meno il Long Covid.
Il progetto RECOVER potrà avere anche importanti ricadute sui soggetti che soffrono di ME/CFS in quanto condividono moltissimi elementi con i malati di Long Covid e meritano le stesse attenzioni e sforzi per risolvere la loro condizione.
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